Serie A2 – Parla Leo Battistini: riflessioni sul suo impatto con la piazza di Vigevano ed ora il confronto con l’ex squadra Cividale
Da un gialloblù a un altro. Leonardo Battistini classe 1995 si è raccontato al nostro giornale in vista della gara di domenica con Cividale. Una sfida più che di semplice pallacanestro per l’ala grande mantovana. Vigevano-Cividale per Leo è un incrocio di destini.
La scorsa estate ha salutato la compagine friulana proprio per aggregarsi a quella lomellina neopromossa. La stessa squadra a cui Battistini, per ironia della sorte, due stagioni fa (dando anche un contributo importante) aveva chiuso le porte della promozione. Ora aspetta le Eagles da avversario, forse più di tutti gli altri del roster lomellino.
Serie A2 – Battistini: “Cividale è Cividale, ma Vigevano potrà dire la sua”
Leonardo Battistini attende la ex Cividale al PalaElachem, rinnovando gratitudine e riconoscenza alla società lomellina
LEGGI ANCHE Serie A2 – Elachem Vigevano ed i playoff: un successo che vale doppio
L’ala grande Leonardo Battistini, uno dei pochi esperti di Vigevano della categoria, ha rilasciato un’intervista a Il Punto. Nel corso della conversazione a 360°, l’atleta ex Forlì, Mantova, Casale e appunto Cividale ha espresso gratitudine al gruppo intero. Inoltre, ha poi fatto alcune osservazioni in vista della gara di domenica proprio con la sua ex squadra, anch’essa ai playoff matematicamente:
Leonardo, come giudichi la tua stagione in una società da assoluta outsider come Vigevano?
“Positivissima. Un’esperienza molto bella, malgrado tante difficoltà. La squadra ha dovuto fare i conti con l’ambientamento nella nuova categoria. Il fatto però di aver agguantato i playoff con una giornata di anticipo è la dimostrazione di un gruppo che è maturato molto. Tutti gli esordienti in categoria, compresi gli americani al loro primo anni in Italia, hanno superato l’impatto molto bene“.
Il Battistini ex Cividale giocherà domenica l’ultima della fase a orologio di Serie A2 con l’ex squadra: che effetto ti fa giocarci contro?
“E’ sicuramente una grande emozione. A Cividale ho trascorso tre anni, conosciuto tanta brava gente. Domenica rivedrò alcuni di loro, oltre a diversi ex compagni di squadra. Loro sicuramente sono in un momento a dir poco perfetto (9 vittorie su 9 nella fase a orologio, ndr) e vorranno onorare la partita. Anche noi però vogliamo fare altrettanto, soprattutto di fronte a un pubblico che si profila numeroso per l’ultima di stagione prima dei playoff“.
A proposito di pubblico, Tu due anni fa venisti a Vigevano da avversario e giocasti “nell’inferno della Carducci”. Si sente la differenza ora?
“Beh, la Carducci era tutta più intima e focosa. Tra l’altro, venimmo due anni fa a giugno e faceva un caldo tremendo. Bei ricordi, dove lì ho avuto la possibilità di ammirare una tifoseria come poche ce ne sono. Il passaggio nella nuova struttura è stato un po’ traumatico per i tifosi romantici, tuttavia mano a manosi si è creata un’atmosfera simile. Del resto, quest’anno ovunque siamo andati c’è sempre stato un nutrito gruppo di tifosi a seguirci. Non è cosa da poco!“.
Sei passato da un allenatore tra i più esperti della categoria (Pillastrini, ndr) a uno più giovane ma con già dei successi importanti come Pansa. Quali differenze noti in loro?
“Poche. Sono entrambi due allenatori che hanno voglia di vincere sempre. Inoltre, sono molto umani e ci tengono ad avere un rapporto buono con il giocatore. Ti curano i dettagli e pretendono che ognuno faccia la propria parte“.
Fondamentale essere umano per inserire al meglio i ragazzi delle giovanili. Come si stanno comportando gli Under?
“Sono ragazzi super! Nei vari momenti di difficoltà avuti loro si sono messi a disposizione in particolare negli allenamenti. Pur stando quasi sempre in panchina, il loro contributo sembra banale ma non lo è) è importante. In particolare, i due ragazzi Vigevanesi (Bettanti Oggioni, ndr) sentono molto l’importanza di dove sono e rispetto ai ragazzi che si allenano nelle giovanili si sentono molto privilegiati a poter far parte del nostro gruppo“.
Un segno particolare che ti ha lasciato Vigevano quest’anno?
“L’attaccamento del pubblico come avevo visto poche volte. Inoltre, un senso del gruppo in spogliatoio che non ho mai avuto in vita mia. Ho già avuto diverse esperienze, ma quest’anno ho percepito un maggiore senso di fratellanza con i miei compagni di squadra“.