Basket, la città capoluogo della lomellina vede iniziare la demolizione del Palabasletta, il tempio sacro della pallacanestro a Vigevano. Lo storico edifico sito in Via Carducci (che gli abitanti hanno da sempre usato come antonomasia per indicare anche la palestra) ha iniziato ad essere demolito a partire dall’interno.
In questi giorni si stanno rimuovendo una ad una le liste di parquet e successivamente toccherà ai sedili nella tribuna centrale. Ma è proprio qui che cambia tutto. Il materiale non verrà smaltito come dei rifiuti, ma sarà venduto ed il ricavato sarà devoluto in beneficienza.
Basket, in vendita parquet e sedili del Palabasletta di Vigevano
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Dunque, presto scatterà l’asta per la vendita del parquet e dei sedili del Palabasletta di Vigevano. Lo ha diramato la società gialloblu con un comunicato ufficiale sul proprio sito. Si legge:
Chi di noi non desidererebbe avere tra le mura di casa un pezzo di storia della nostra Carducci e del Basket vigevanese?
Ormai è quasi tutto pronto per la vendita dei listelli di parquet dell’indimenticabile campo della Salonicco d’Italia, insieme ai seggiolini della tribuna e ad alcuni pregiati pezzi di contorno.
Dal Muro di Berlino alle macerie del Basletta a Vigevano: quando la storia non si butta via
La notizia per cui saranno messi in vendita le macerie del Palabasletta di Vigevano, per anni uno dei templi italiani più famosi della pallacanestro, desta curiosità per chi è estraneo al contesto dicale cittadino. In realtà, non è la prima volta che dei monumenti o degli edifici in demolizione vengono conservati dai profani.
Si pensi per esempio al Muro di Berlino: nei mesi immediatamente successivi alla demolizione, molti berlinesi vollero tenere per sé un pezzo di quel simbolo che per anni aveva diviso l’Europa e il mondo. Una scelta strana, che per chi non visse direttamente quei momenti resta ancora incomprensibile.
Se però si vuole vederla da un punto di vista storico, è la dimostrazione di come si può tramandare il ricordo di un momento storico. Come non si possono dimenticare quasi 30 anni di divisione del Mondo, così non si può cancellare anni gloriosi di storia cestistica sia cittadina che italiana.