Ieri Barbara Pasetti è stata sentita dal Gip e le sue dichiarazioni forse contribuiranno a breve a diradare la fitta nebbia che avvolge il giallo dell’uccisione di Luigi Criscuolo, detto Gigi Bici perché commerciava biciclette e persona nota a Pavia, ucciso con un colpo di pistola alla testa.
Per esempio potrebbe aver fatto il nome di altre persone coinvolte nell’omicidio che potrebbero aggiungersi, oltre al lei, nel Registro degli indagati. Proprio davanti all’abitazione di Barbara Pasetti a Calignano di Cura Carpignano, il 20 dicembre era stato trovato il corpo di Criscuolo, scomparso da casa a inizio di novembre.
La 44enne, arrestata per tentata estorsione ai danni della famiglia della vittima, indagata anche per omicidio e occultamento di cadavere, nel carcere di Vigevano ha risposto “a tutte le domande del gip e ha dato la sua versione dei fatti”. Come ha spiegato il suo avvocato Irene Anrò che ha chiesto la sua scarcerazione e in subordine gli arresti domiciliari. Segno che, diversamente alla sua prima audizione come teste, la Pasetti non avrebbe negato a oltranza il suo coinvolgimento (aveva raccontato di non conoscere Criscuolo) ma, almeno sulla tentata estorsione, ha detto parecchio, ha fornito le sue spiegazioni, “dando anche degli spunti d’indagine”, si limita a dire il legale.
Barbara Pasetti è vittima di qualcuno di quella zona grigia al limite del malavitoso in cui sembra si muovesse Gigi Bici, oppure spietata mandante o partecipe di un efferato omicidio? Un delitto dopo il quale ha maldestramente cercato di estorcere ai famigliari denaro per il riscatto, ricorrendo a lettere fotocopiate in copisteria e con telefonate in cui simulava di essere una malvivente dell’Est. Tutto mentre a sua insaputa gli agenti della Mobile di Pavia la controllavano, perché da tempo seguivano i suoi movimenti.
“So di dover andare all’inferno perché ho fatto uccidere un uomo”, aveva detto tre giorni prima del ritrovamento del corpo di Criscuolo al telefono con l’ex marito. Dalle indagini è emerso che lei e Gigi Bici si conoscevano da alcuni mesi e che avrebbe cercato di coinvolgere lui e altre persone per dare una lezione all’ex coniuge per presunti maltrattamenti. Sarebbe stato il carrozziere di San Genesio che già conosceva il padre della Pasetti a mettere in contatto la donna con Criscuolo.
Non solo, si sarebbe un altro mistero ad infittire ulteriormente il giallo di per sé intricato. Quello della fotografia con il volto tumefatto di Criscuolo, morto, che Pasetti aveva detto di aver trovato il giorno dopo la scoperta del cadavere e che sarebbe stata scattata con il suo telefono.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della repubblica Andrea Zanoncelli, si starebbero ora concentrando su un filmato di una videocamera di sicurezza. Gli investigatori stanno cercando di dare un volto a un uomo di 40-50 anni che indossava guanti bianchi e una maglietta rossa, inquadrato dalle telecamere installate al cimitero della frazione Calignano mentre transitava alle 10:44 alla guida della Polo di Criscuolo la mattina di lunedì 8 novembre, quando probabilmente Gigi Bici era già stato ucciso con un colpo di pistola alla tempia destra come è emerso dall’autopsia effettuata venerdì all’istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia. La sera di quel lunedì la sua auto, con un vetro rotto e macchie di sangue nell’abitacolo, verrà ritrovata nelle campagne di Calignano.