Il nostro giornale ha intervistato in esclusiva il dottor Roberto Fabbrini, ortopedico dell’Italia femminile di basket in vista della gara inaugurale delle qualificazioni a Euro 2025 che inizieranno a Vigevano.
La prima volta non si scorda mai, neppure per un medico come il Dr. Roberto Fabbrini, ortopedico ufficiale dell’Italia femminile di pallacanestro. La squadra, che stasera inizierà il suo girone di qualificazioni ad Euro 2025 nella nostra provincia presso il Palazzetto di Vigevano, porta con sé anche il dott. Fabbrini.
Originario di Formia (LT), Fabbrini vanta una lunga esperienza con la pallacanestro Femminile, essendo quasi da vent’anni medico ufficiale della squadra. Abbiamo parlato con lui a margine della conferenza stampa di presentazione della partita, raccogliendo una preziosa testimonianza di cosa significhi curare la condizione fisica di un atleta, in particolare delle nostre cestiste azzurre.
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Dottor Fabbrini, per Lei è la prima volta in quella che i tifosi gialloblu chiamano Salonicco d’Italia?
«Sì, per me è la prima volta. Venire adesso una grande emozione perché Vigevano è una delle poche città in Italia dove il basket è molto sentito. Venire qua è però anche un momento un po’ così per me, poiché da ex medico e tifoso del Latina basket l’ultima giornata proprio Vigevano ci ha dato una bella lezione (ride, ndr)».
Tra l’altro, giocherà anche una ragazza della nostra Provincia, la bronese Cecilia Zandalasini. Sarà lei la protagonista?
«Non solo lei, ma anche altre avranno l’occasione di mettere in mostra le loro capacità. Questa è una squadra giovane con diverse nuove esordienti che hanno grinta. Speriamo di fare una bella figura. Ci servirà molto l’aiuto del pubblico in questo. Sarà una partita importante non per la qualificazione agli europei che abbiamo già in quanto Paese ospitante, ma per ripartire da 0 dopo l’europeo passato e per migliorare la posizione ranking».
Data la Sua lunga esperienza in questo settore, come si gestisce l’infortunio di una cestista?
«Un infortunio è sempre un brutto episodio. Quando c’è un episodio del genere, è sempre importante attuare la salvaguardia delle nostre giocatrici, che prima di tutto sono delle atlete e come tali devono essere ben seguite. Il segreto è il lavoro ed il metodo che non bisogna mai perdere».
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