San Martino è considerato patrono dell’Arma di Fanteria dell’Esercito, del volontariato – conferitogli dalla Conferenza Episcopale Italiana del 2021 – e di più di 150 comuni sparsi per tutto lo stivale. Per via della sua vita tra le campagne e i ceti più bassi, il culto di San Martino è strettamente legato a riti e usanze della tradizione contadina. Lo stesso giorno di San Martino cade proprio in un periodo di gran fermento per il mondo campestre: infatti, nei vigneti, si aprono le botti per i primi assaggi del vino novello e in antichità era pratica comune rinnovare i contratti agricoli e tenere grandi fiere di bestiame. L’undici novembre è anche conosciuta come Estate di San Martino, poiché di solito in quella settimana l’autunno si fa più mite e non è raro incontrare giornate soleggiate.
La Festa di San Martino, insomma, è un’occasione per glorificare il santo e per celebrare i frutti della terra e l’abbondanza del buon cibo. “Il fatto di riuscire ad organizzare la festa – spiega il Sindaco Alessandro Zocca – è un fatto positivo. L’unione di tutte le associazione della zona ha permesso di mettere in piedi un palinsesto molto ricco di eventi ed è, quindi, un notevole spunto per la ripartenza post pandemia”.
Quanto è importante il senso di ripartenza per un paese come San Martino?
“Dal punto di vista economico non ha una rilevanza fondamentale, poiché il paese ha delle dinamiche molto positive in quest’ottica – rispetto al territorio nazionale –. Pensando invece alle dinamiche sociali, l’evento ricopre grande importanza perché permette di riannodare la rete tra le persone.
Ha qualche aneddoto particolare che le piace ricordare?
“Mi ha sempre colpito vedere la grossa partecipazione agli eventi organizzati. Penso soprattutto allo spettacolo teatrale autogestito dai ragazzi del paese che, negli anni addietro, ci ha costretti a dividere l’esibizione in due serate per permettere a tutti di poterne godere la visione.
Spostandoci sulla politica in generale, come giudica il vostro operato?
“È un periodo estremamente positivo per noi, stiamo raccogliendo i frutti di anni di lavoro. Non è un segreto che la continuità del mandato precedente ha condizionato la buona riuscita delle dinamiche attuali. Siamo stati rieletti nonostante il quadro politico attorno a noi fosse mutato radicalmente, mettere a frutto tutti i nostri obiettivi ha creato un volano di iniziative positive. Il territorio si è evoluto in maniera interessante, siamo uno dei pochi paesi con incremento demografico continuo e anche dal punto di vista economico ci sono moltissime attività che aprono nella nostra zona”.
Com’è governare una città così vicina ad un polo più grande e più attrattivo come Pavia?
“Il capoluogo è più grande, ma non mi risulta essere più attrattivo. Lo dicono i dati. Il rapporto è complesso, ma pieno di stimoli e interessante. Attuare una progettualità con il capoluogo è sempre eccitante e complicato: l’unico progetto che ancora non siamo riusciti a portare a termine è la pista ciclabile che collega Pavia con San Martino”.