In occasione del Giorno della Memoria, questa mattina si è tenuta a Palazzo Mezzabarba la cerimonia per l’assegnazione delle medaglie d’onore alla memoria degli ex deportati nei campi nazisti. Si tratta di Giovanni Sacchi, di San Martino Siccomario, classe 1903, internato civile a Vangen Allgau, Friedrischaufen, Uberlingen (ha ritirato il riconoscimento il figlio Pietro), e Augusto Pelle, di Casalbeltrame, classe 1923, internato militare nello Stammlager VI J – Ernst Waltz Hanschel Dusseldorf (ha ritirato il riconoscimento il mipote Andrea Pelle). Una giornata contraddistinta da numerosi eventi in tutta la provincia di Pavia, Vigevano in testa.
In ossequio alle precauzioni anti-Covid, alla cerimonia erano presenti esclusivamente i parenti incaricati di ritirare il riconoscimento nonché una rappresentanza delle Istituzioni civili, militari e religiose cittadine , tra cui il sindaco di Pavia, Fabrizio Fracassi, i rappresentranti dell’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti (ANED) e della Consulta dei Giovani. Quest’anno le medaglie sono state conferire, dal Prefetto di Pavia, Rosalba Scialla.
Nel preparare il discorso di introduzione il sindaco Fracassi si è “affidato al ricordo di una giornata indelebile: il 3 febbraio 2020, quando la senatrice Liliana Segre, di fronte a centina di studenti pavesi riuniti al Fraschini, parlò dell’esperienza terrificante dei campi di concentramento. Ero certo – ha proseguito il primo cittadino – che le sue parole avrebbero saputo esprimere il significato di questo giorno più di ogni riflessione di circostanza. Una frase, in particolare, tornava prepotentemente alla mia memoria e la voglio condividere con voi: “Temo di vivere abbastanza per vedere cose che pensavo la storia avesse definitivamente bocciato”. È una considerazione terribile, che racchiude il valore della cerimonia di oggi: ricordare per non ripetere. Questo siamo chiamati a fare. Questo, ne sono certo, riusciremo a fare”, ha detto il sindaco che ha poi proseguito: “in questi mesi, peraltro, coltivare la memoria assume un significato ulteriore: veicolare la certezza che le pagine oscure della Storia, per quanto odiose, per quanto difficili, possano essere superate con uno sforzo collettivo e che la vita, nonostante tutto, trovi sempre la sua strada, a dispetto delle brutture e dei lutti. Sta a noi far sì che l’esperienza del dolore non sia vana e che il futuro delle nuove generazioni sia migliore del passato toccato in sorte alle nostre madri e ai nostri padri”, ha concluso Fracassi.
Le celebrazioni del Giorno della Memoria sono state precedute ieri dalla posa della pietra d’inciampo in piazza del Carmine 6 in ricordo di Ludovico Zampieri, vittima della feroce follia nazista trucidato a Niemegk, presso Berlino. Presenti all’eventi la famiglia, il sindaco Fracassi. L’assessore alla cultura, Mariangela Calisti Singali e rappresentanti dell’ANPI. Zampieri nasce nel 1907 a Milano, studia a Pavia e diventa giornalista de “La Provincia Pavese”. Nell’estate del ’44 aderisce alla formazione partigiana “Beltrami” (divisione alpina operante in val d’Ossola). Durante una missione, il 20 dicembre, viene arrestato nella sua abitazione di Pavia. Dopo lunghi interrogatori e torture nelle carceri di via Romagnosi, viene trasferito a San Vittore. Da qui passa al campo di transito di Bolzano e, il 13 gennaio ’45, al campo di Rothensee. Nell’aprile, con l’avanzata dell’Armata Rossa, il campo viene sgomberato e i deportati spinti verso Magdeburg.