“Abbiamo raggiunto la quota di 2mila prime dosi vaccinali somministrate ai sanitari di Asst e ritengo opportuni condividere la sorica esperienza della vaccinazione auspicando che anche i pochi indecisi vedano in questa azione un incentivo e una rassicurazione alla somministrazione del vaccino”. Lo ha detto ieri Michele Brait, direttore generale di Asst Pavia, in merito all’andamento della campagna vaccinale.
Una campagna che si sta intensificando di giorno in giorno. Dopo Pavia, Vigevano e Voghera è stata la volta di Varzi e, nel giro di pochi giorni, l’inoculazione delle dosi al personale sanitario sarà estesa a tutta la provincia.
Abbiamo incontrato Michele Brait in occasione dell’avvio della campagna presso l’ospedale di Voghera che, con qualche giorno di ritardo, ha iniziato la somministrazione del vaccino della Pfizer a medici e infermieri della struttura. Anche noi de Il Punto ci siamo presentati alle 10 di giovedì 7 gennaio, purtroppo solo per documentare l’avvio delle vaccinazioni nel “capoluogo” otrepadano.
“Abbiamo ricevuto la consegna dell’ultracongelatore, che abbiamo acquistato a tempo di record e pronto per ospitare le prime dosi del vaccino che sono state inviate all’ospedale di Voghera”, commenta Michele Brait, direttore generale di Asst Pavia. “Quello di Pfizer è un farmaco particolare che deve essere mantenuto a certe temperature. Oggi, come da programma, partiamo con le attività vaccinali a Voghera. Contiamo tra Vigevano e Voghera di eseguire circa 250 vaccinazioni che si aggiungono alle 300 che abbiamo già effettuato nei giorni scorsi. Proseguiamo insomma come stabilito dal cronoprogramma senza per questo interrompere l’attività ordinaria dei reparti. Continuiamo ad assistere pazienti Covid con tutti i pronto soccorso aperti, e proseguiamo con le attività ambulatoriali di routine. L’attività delle vaccinazioni di fatto si aggiunge a quelle che già stiamo portando avanti. È uno sforzo molto importante, ma siamo consapevoli del valore di questa operazione, tanto che ci stiamo dedicando anima e corpo”, ha detto Michele Brait.
Quante persone pensate di vaccinare in provincia?
“Il progetto si articola su più fasi. Al momento stiamo effettuando le vaccinazioni sul personale dipendente, in primis gli operatori sanitari degli ospedali, ai quali si aggiungeranno gli operatori delle Rsa. La fase successiva prevede di estendere le vaccinazioni alle persone fragili, gli ultraottantenni, per poi passare alle persone sopra i 65 anni e estendere di fatto il vaccino a tutta la popolazione. Auspichiamo per quanto riguarda il nostro personale un’adesione almeno dell’80% che è un po’ l’obiettivo della campagna. Devo dire che dalle prenotazioni e dalla disponibilità manifestata è un obiettivo che ci sentiamo di raggiungere. Quindi contiamo di vaccinare 2.400 persone circa tra gli operatori sanitari della nostra struttura pubblica. E poi speriamo che l’80% si estenda sulle altre strutture e sulla popolazione”.
Dottor Brait, com’è la situazione nelle cliniche private?
Maugeri ha già avviato in autonomia la vaccinazione ai suoi dipendenti. Ma abbiamo già consegnato le dosi alla Cittadella Sociale di Pieve del Cairo e al De Rodolfi di Vigevano, in grado di aderire alla campagna vaccinale in autonomia. Insomma, a tutte le strutture che possono svolgere le vaccinazioni al loro interno diamo supporto con attività formativa e, ovviamente, con la consegna delle dosi richieste che dovranno essere conservate in frigoriferi da 2 a 8 gradi per un periodo non superiore ai cinque giorni”.
Con l’arrivo del nuovo vaccino Moderna si riuscirà ad accorciare i tempi?
“Purtroppo il vincolo nella realizzazione di un progetto di così vasta portata è dettato dalle risorse disponibili. Per assurdo, nel momento in cui ci dovessero autorizzare a sospendere tutte le attività ordinarie, potremo dedicarci esclusivamente al vaccino. Ma non ritengo sia corretto, perché vorrebbe dire accantonare le attività ambulatoriali e ospedaliere indispensabili per la salute dei cittadini, già provati dai ritardi provocati dalle due ondate del virus. Quindi bisogna avere pazienza, non ci sono state date ulteriori risorse, aspettiamo dal commissario Arcuri i medici e gli infermieri promessi. Laddove in ambito nazionale si dovesse decidere di impiegare l’esercito si potrebbe avere un’accelerazione del progetto. Certo è che con l’arrivo del vaccino di Moderna, approvato dall’Aifa, e di un terzo vaccino italiano che ha superato la prima fase e che sarà disponibile entro luglio, si potranno accorciare i tempi, tanto più che il vaccino italiano prevede una sola somministrazione. All’orizzonte ci sono notizie positive e siamo confidenti e contenti”.
Cosa succede ai vaccinati?
Nella fase di vaccinazione si deve trascorrere un quarto d’ora di osservazione prudenziale, se non si manifestano reazioni particolari o effetti collaterali, la persona può tranquillamente tornare alla sua attività. In un arco temporale di 19/23 giorni fissato nel 21 giorno chi è stato vaccinato dovrà essere chiamato per ricevere la seconda dose. Questo è un tema molto importante su cui dovremo fare molta attenzione per evitare che non ci siano le dosi sufficienti per effettuare la seconda vaccinazione. La programmazione anche in questo caso non deve fallire e rappresenta un’ulteriore complicazione con la quale tutti devono fare i conti”.
Avete ricevuto numerosi kit con siringhe non idonee alla vaccinazione, cos’è successo?
Cosa sia accaduto e le motivazioni del perché sia accaduto un errore simile non le conosco. Fatto sta che ci sono state inviate delle siringhe non idonee e questo non ci ha agevolato nel corretto svolgimento delle attività. Se da una parte ci viene chiesto di eseguire sei dosi per fiala e poi ci consegnano delle siringhe che non consentono un’adeguata preparazione e somministrazione del vaccino non so proprio cosa pensare. Ma come ho detto in altre occasioni, vorrei accantonare le polemiche, perché in questo momento le energie vanno spese solo sugli obiettivi da raggiungere. Siamo tutti in prima linea e un po’ di tolleranza e di pazienza sono d’obbligo. Non dimentichiamo che nonostante i tanti intoppi a livello europeo siamo il secondo Paese per velocità e quantità di vaccinazioni eseguite e che e a livello mondiale siamo il settimo Paese, L’Italia, come sempre, sta dando nuovamente un esempio di capacità e di buona sanità”.
Durante le festività natalizie abbiamo assistito ad una sensibile diminuzione dei tamponi, Perché?
“Diciamo subito che molte persone che avrebbero potuto effettuare il tampone hanno preferito posticiparlo. Siamo abituati a considerare gli aspetti legati all’offerta, ma si deve considerare anche la domanda. Le attività urgenti sono sempre state garantite e in pronto soccorso i tamponi sono stati regolarmente effettuati così come quelli rapidi. I drive trough sono sempre stati attivi tranne che per brevi periodi in concomitanza con le feste. Ma si è trattato di sospensioni momentanee del servizio, al massino di mezza giornata. Quindi il calo è stato fisiologico rispetto al periodo di feste”.
La Regione Lombardia ha sostituito Gallera con Letizia Moratti, cosa ne pensa?
“Dal punto di vista dell’impegno personale e professionale l’assessore Gallera non si è certamente risparmiato. Noi che siamo la prima linea lo possiamo dire perché avevamo contatti costanti con lui, da ultimo anche sulla questione delle vaccinazioni. Insomma è stato sempre presente e sul pezzo, come si suol dire. Ma mi rendo conto che il ruolo da lui ricoperto sia critico; di questi periodi non è semplice fare l’assessore alla sanità. Il nome della Moratti è sicuramente di peso, ma mi auguro che nel passaggio venga comunque riconosciuto il lavoro svolto da Gallera, al di là delle dichiarazioni che possono sfuggire e che possono essere poi strumentalizzate”.