Dopo le polemiche delle ultime settimane, innescate da alcuni focolai che si sono verificati in diverse strutture dell’ASP, l’Azienda di servizi alla persona di Pavia, torniamo a parlare del delicato momento che stanno attraversando le residenze per anziani e le realtà sanitarie, a causa di una pandemia che miete ancora centinaia di vittime al giorno, nel nostro Paese. Lo facciamo intervistando il direttore generale dell’ASP, Giancarlo Iannello.
Quali conclusioni avete tratto sulle modalità di diffusione dei focolai presso l’Istituto Santa Margherita?
“Sin dal mese di febbraio unitamente alla Direzione Strategica di ASP si sono fornite le più opportune indicazioni, da prima in via del tutto autonoma, non essendovi prescrizioni di carattere generale o normativo, quindi seguendo i protocolli che man mano erano notificati.
La consapevolezza della gravità della situazione, a livello generale, ha comportato per Strutture come l’IDR Santa Margherita la doverosa messa in disponibilità di posti letto per decongestionare i poli ospedalieri, che altrimenti non avrebbero retto l’urto dell’enorme richiesta di ricovero che si stava presentando.
Questo naturalmente ha comportato il rischio, poi emerso in tutta la sua rilevanza, di portare all’interno della Struttura pazienti che, inizialmente negativi, poi sarebbero risultati positivi al contagio, che resta in incubazione anche per diversi giorni. In ogni caso stiamo lavorando per assistere al meglio i nostri pazienti”.
Quali sono le condizioni attuali di salute dei pazienti positivi?
“I nostri operatori stanno dimostrando impegno, senso del dovere e professionalità, sapendo che lo sforzo straordinario richiesto non sarà semplice, né di breve durata. Le condizioni attuali dei nostri pazienti sono stabili e controllate in via continuativa. Ai tamponi molecolari di controllo si stanno registrando sempre più casi negativi
In caso di necessità, si richiede comunque il trasferimento presso idonee strutture sanitarie territoriali”.
Quali sono le misure che metterete in campo per fare fronte alla assai probabile risalita dei contagi?
“Le stesse che sin dal mese di febbraio in occasione dell’avvio dell’emergenza epidemiologica sono state adottate, con quelle variazioni previste dai protocolli nazionali e regionali adeguati alle diverse circostanze e mutazioni della pandemia. In ogni caso si vuole sottolineare che in tutto il periodo trascorso in ogni struttura sono sempre stati effettuati i tamponi naso-faringei antigenici e molecolari di controllo sugli ospiti e sugli operatori anche nelle aree no-Covid, che sono costantemente monitorate per vigilare sulla comparsa anche di minimi segni riferibili al contagio. Infatti, per un contrasto efficace al virus, è indispensabile una diagnosi precoce, che permetta di adottare tutte le misure organizzative e terapeutiche necessarie. E così continueremo anche nel prossimo periodo.
Ribadisco che la Direzione strategica rimane al fianco degli operatori anche durante i periodi delle prossime festività, così come lo è stata ininterrottamente dal mese di febbraio ad oggi, sabato, domenica e festività comprese”.
Con l’approssimarsi delle feste, molti congiunti vorranno far visita. Qual è il vostro protocollo in merito?
“Anche in questo caso esistono protocolli nazionali e regionali che dobbiamo seguire per la migliore tutela dei nostri ospiti. L’ingresso ai reparti è quindi vietato, ed ogni deroga eccezionale è di pertinenza del referente sanitario aziendale Covid-19, il dottor Marco Rollone. L’esigenza di contatto con i propri congiunti è fondamentale, e si cerca di mantenere frequenti collegamenti tra ospiti e congiunti con videochiamate, e comunque fornendo ogni più utile informazione di reciproco interesse agli stessi. In ogni caso, vedremo di organizzare momenti di festa senza derogare alle misure di sicurezza, ivi comprendendo l’utilizzo della filodiffusione ed una serie di sorprese culinarie per il menù delle feste natalizie, con i prodotti e le specialità della nostra tradizione”.
di Laura Canale