Era venerdì 17 marzo 1989 quando, poco prima delle nove del mattino, con un boato fortissimo, crollò improvvisamente la Torre Civica uccidendo quattro persone. Dopo il crollo la bella piazza Duomo fu sgomberata dalle macerie che vennero accantonate negli spazi del Castello Visconteo in attesa di capire se potesse essere realizzata una ricostruzione. Tra i promotori del ripristino della torre pavese vi fu Vittorio Sgarbi che, nel 1994, presentò una proposta di legge ma il progetto non andò mai in porto. Venerdì 17 marzo 2017 la città ha ricordato le vittime del crollo della Torre Civica facendo sfilare i tricolori accanto a un moncone che non trasmette emozioni, se non la sola nostalgia. Come auspicato la settimana scorsa dal nostro direttore Giuseppe Spatola, abbiamo provato a chiedere all’Europa di aiutare i cittadini pavesi a ritrovare la torre perduta e mai ricostruita. Lo abbiamo fatto rivolgendoci al pavese Angelo Ciocca, europarlamentare della Lega Nord. A ventotto anni di distanza dal crollo la Torre Civica è ancora una ferita aperta per Pavia e per i suoi cittadini. Un solo progetto di ricostruzione del monumento nel 1994 e poi il nulla. Oggi per ricostruire la torre basterebbero i soldi che si stanno spendendo (25 milioni) per ampliare il raccordo Pavia-Bereguardo, iniziato nel 2013 e a oggi ancora non ultimato.
Escluso quindi il problema economico, che forse non interessi ricostruire la torre? Qual è la sua posizione al riguardo? «Penso sinceramente che la Torre Civica andrebbe ricostruita e mi chiedo anche io perché ciò non sia ancora mai stato fatto. Da sempre ha rappresentato uno dei simboli di Pavia ed è un monumento che è rimasto nel cuore di tutti i pavesi. La ricostruzione della torre civica potrebbe rappresentare un segnale di ripartenza molto forte per Pavia, città che oggi si presenta buia e trascurata in molte zone».
(leggi l’articolo completo sul numero de Il Punto del 27 marzo 2017)