Per combattere la disoccupazione giovanile bisogna cambiare la convinzione diffusa secondo cui prima si studia e poi si lavora. Renato Perversi, Presidente di Confartigianato Pavia dal 2011, affronta il problema del lavoro dei giovani e afferma: «Ci sono poche opportunità lavorative in provincia di Pavia per i ragazzi. Purtroppo è un dato di fatto che in concreto emerge dalle richieste di lavoro delle nostre aziende, dai dati della Camera di Commercio, dalle attività di altre associazioni e anche dai dati lombardi che si ribaltano su quelli pavesi. La provincia di Pavia è il fanalino di coda della regione Lombardia, come volume economico e come assunzioni. Sicuramente – ha continuato il Presidente – il tessuto imprenditoriale (cd. Impresa diffusa) non ha una densità pari a quella delle altre provincie del Nord. Se in generale in un chilometro quadrato la densità media è di 15 aziende, nella nostra provincia ce ne sono 5. Inoltre il territorio pavese è suddiviso in 3 aree culturali tra loro differenti, anche per tendenze all’attività economica. C’è una Lomellina in parte risicola e in parte, quella del distretto industriale, in forte sofferenza. C’è poi il Pavese che è a scarsa vocazione imprenditoriale perché si regge fondamentalmente sui due grossi poli rappresentati dall’Università e dalla sanità e poi c’è un Oltrepò tendenzialmente agricolo che si limita ad offrire un passaggio generazionale delle aziende presenti sul territorio».
© Mattia Zamboni
(leggi l’articolo completo sul numero de Il Punto del 7 maggio 2018)