Dopo lo scandalo che ha colpito Facebook, in cui i dati di milioni di iscritti sono stati venduti alla Cambridge Analytica per poi essere utilizzati per creare Fake News influenzando l’esito delle elezioni americane, in molti si stanno chiedendo se le proprie conversazioni e le loro foto resteranno intime oppure saranno in qualche modo utilizzati per secondi fini. A proposito di questo argomento, siamo andati a chiedere ad alcuni studenti dell’antico Ateneo pavese com’è e come cambia il loro rapporto con i vari Social Network dopo questo avvenimento.
Carolina Gallotti, studentessa di Infermieristica, ci racconta come la tecnologia non occupi un posto di rilievo nelle sue giornate. «Ho un discreto rapporto con gli apparecchi elettronici – afferma – uso lo smartphone e le applicazioni scaricate su di esso, ma al di fuori del telefonino non uso molto altro. Sono presente su diversi social, tra cui Facebook e Instagram, ma non credo che dopo questo scandalo il mio utilizzo subirà un cambiamento, perchè sono sempre stata attenta ai contenuti che decido di caricarvi, non “postando” mai cose troppo intime o private». Rossella Duminuco e Virginia Pompigna, due studentesse di Lingue per l’impresa, affermano in coro come il loro rapporto con la tecnologia sia riservato al solo uso dello smartphone e dei social network. «Non pensiamo di cambiare il modo in cui usiamo i social – dichiarano – perchè prima che avvenisse tutto questo eravamo consapevoli che, una volta caricate informazioni o fotografie personali, queste diventano automaticamente di dominio pubblico: è una scelta che prendi nel momento in cui ti iscrivi, nessuno ti obbliga a condividere informazioni personali contro voglia».
© Mattia Zamboni
(leggi l’articolo completo sul numero de Il Punto del 16 aprile 2018)